Guerra, pace, resistenza. Scopri il nuovo numero di MicroMega
Il numero 4 del 2022 disponibile in versione sia cartacea sia digitale su shop.micromega.net e in libreria.
Nelle scorse newsletter dedicate al numero 4 di MicroMega, disponibile in libreria e su shop.micromega.net, vi abbiamo anticipato due degli interventi dell’“A più voci” che raccoglie il punto di vista di più di venti personalità del mondo della sinistra italiana sulla guerra di Putin e vi abbiamo presentato due dei saggi presenti nel volume. In questo ultimo appuntamento, vi raccontiamo gli altri due saggi che arricchiscono il volume.
Dal 24 febbraio scorso abbiamo imparato a conoscere sempre meglio l’ideologia che sorregge la visione putiniana. In “L’ideologia nazional-imperiale di Vladimir Putin” lo storico Giovanni Savino, a lungo docente a Mosca, spiega che la costruzione di questa ideologia è iniziata già nel 2012, con il ritorno di Putin alla presidenza. Attraverso l’analisi dei discorsi del presidente e dei testi dei suoi ideologi, Savino descrive come si è andata formando questa ideologia, fondata sul recupero selettivo del passato, interpretato alla luce di una lettura della storia russa come lotta perenne per la sopravvivenza dello Stato, minacciato da forze esterne in grado di manovrare l’opposizione interna, bollata come “quinta colonna” da debellare senza pietà.
Di questa ideologia fa parte anche l’uso del tutto peculiare che Putin fa delle parole “fascismo” e “nazismo”. Come spiega il politologo Mischa Gabowitsch (“‘Fascismo’ e ‘nazismo’ secondo Putin“), nella concezione putiniana queste categorie non hanno nulla a che vedere con un preciso contenuto ideologico e politico, ma esclusivamente con il rapporto con la Russia: “fascista” e “nazista” è chiunque venga considerato (a torto o a ragione) nemico del Paese. Per questo nella narrazione propagandistica del Cremlino si parla di “denazificare” l’Ucraina: perché Kiev, con la sua tensione verso la democrazia e l’Europa rappresenta una minaccia per il regime illiberale di Putin.