Il cibo fra diritti, etica e politica: scopri il nuovo numero di MicroMega
“Il cibo e l’impegno” è il titolo del volume monografico dedicato al cibo realizzato in collaborazione con Slow Food Italia e Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.
“Il cibo fra diritti, etica e politica” è il titolo del secondo iceberg contenuto nel nuovo numero di MicroMega, il 5/2022, un volume monografico dedicato al cibo realizzato in collaborazione con Slow Food Italia e Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo che trovate nelle librerie e nello shop online.
Quante volte ci chiediamo in che condizioni lavora chi coltiva, raccoglie, trasforma, cucina, serve il cibo che troviamo sulle nostre tavole, che consumiamo al ristorante o che ci facciamo comodamente consegnare a casa? Angelo Mastrandrea (“Il lato oscuro della ristorazione”) e Leonardo Palmisano (“Ghetti, imprese, braccianti e mafie”) fanno luce sul mondo dei diritti negati nella filiera del cibo: dai ghetti nei quali vivono i braccianti sfruttati dai caporali alle cucine dei ristoranti, passando per le strade dove i rider attendono (non pagati) di essere chiamati per le consegne. Di un aspetto specifico di questo grande tema dei diritti dei lavoratori, e cioè coloro che sono impiegati nei ristoranti, dai cuochi ai camerieri, discutono – in una tavola rotonda moderata da Eugenio Signoroni (“Ristorazione e diritti dei lavoratori: quattro chef a confronto”) – Alberto Bettini, Caterina Ceraudo, Tiziana Tacchi, Simone Tondo: quattro ristoratrici e ristoratori diversi tra loro per territorio, tipologia di locale, organizzazione del lavoro.
A essere sfruttati per portare il cibo sulle nostre tavole non sono però solo gli esseri umani ma anche gli animali. Tema, illustrato da Elisa Bianco (“Benessere animale tra etica, scienza e legislazione”), sul quale si tende volentieri a contrapporre scelte alimentari diametralmente opposte mentre forse dovremmo spostare il focus e iniziare a chiederci: gli animali hanno dei bisogni naturali? Provano delle emozioni? E se sì, come possiamo allevarli per garantire loro una qualità di vita dignitosa? In ogni caso – è la denuncia di Monica Di Sisto (“Il cibo non è una merce”) – finché il cibo verrà trattato come un bene qualunque, nessuna vera transizione sarà possibile e gli appelli per debellare la fame nel mondo continueranno a cadere nel vuoto. Qualcosa inizia però a muoversi, in particolare a livello delle città, dove si stanno sviluppando le cosiddette “politiche locali del cibo”, come spiega Raoul Tiraboschi (“Le città e le nuove politiche locali del cibo”), che stanno avendo un impatto anche sulla ristorazione collettiva, come ci racconta Maurizio Franco(“A mensa”).