Telmo Pievani: "Famiglie naturali?"
Un estratto dal volume 4/2024 di MicroMega, in tutte le librerie.
Se esistesse uno schema immutabile di “famiglia naturale” dovremmo trovarlo universalmente presente sia in tutte le culture umane sia nel corso dell’intera storia della nostra specie, e invece sappiamo che non è così: fin dagli albori della vita sulla Terra sono stati sperimentati modelli assai eterogenei e contrastanti di famiglia e di non-famiglia, alcuni dei quali non molto edificanti se guardati attraverso la lente della sensibilità contemporanea, come per esempio sistemi morali che ritenevano legittimi l’infanticidio e la soppressione degli anziani. La natura è davvero una pessima guida in fatto di giudizi morali. Non detta norme né devianze. Ci confonde soltanto. Non sarebbe meglio smetterla di brandirla contro chi è diverso da noi?
Condividiamo un breve estratto del saggio di Telmo Pievani, pubblicato nel vol. 4/2024 di MicroMega “Contro la famiglia. Critica di un’istituzione (anti)sociale”, in tutte le librerie.
Famiglie naturali?
di Telmo Pievani
Il modo migliore per rispondere a chi crede che esista un modello unico, inflessibile e astorico di “famiglia naturale” è prenderlo sul serio. Se è naturale, quel modello, cerchiamolo nella natura. Dovrà pur esistere da qualche parte.
Di solito, con “naturale” si intende una gamma assai sfumata di significati: 1) scritto nel DNA (il nostro oracolo biologico preferito); 2) originario e innato (un istinto radicato già nel neonato); 3) filogenetico (ereditato dalla nostra ascendenza evolutiva); 4) ciò che abbiamo sempre fatto in un certo modo e va bene così (senso comune); 5) qualcosa di buono, armonioso e giusto (come una tenia, una zanzara tigre e un coronavirus); 6) un dogma che non sappiamo come giustificare e allora diciamo che è inscritto nella nostra natura (accezione ideologica); 7) il contesto in cui siamo cresciuti e siamo stati educati (e dunque ben poco naturale); 8) il diritto naturale; 9) il criterio che permette di escludere gli altri in quanto “contro-natura”; 10) la tradizione, il sangue, la terra. In estrema sintesi, il problema della natura è che tende a essere un po’ di destra.
Anche i bonobo nel loro piccolo
Se esistesse uno schema immutabile di “famiglia naturale” (duale, maschio-femmina), dovremmo trovarlo universalmente presente sia in tutte le culture umane sia nel corso dell’intera (ancorché breve) storia della nostra specie, nata in Africa 200 millenni fa. Sappiamo che non è così: nella storia sono stati sperimentati modelli assai eterogenei e contrastanti di famiglia (patrilineare, matrilineare, monogamica, poligamica, allargata, mista, ibrida) e di non-famiglia, alcuni dei quali non molto edificanti rispetto alla sensibilità contemporanea (basti leggere alcune pagine del Vecchio Testamento), così come sistemi morali che ritenevano legittimi l’infanticidio e la soppressione degli anziani. Altrettanto fallimentare sarebbe considerare “naturale” il modello di maggior successo ancora oggi: la famiglia patriarcale.
Potremmo allora rifugiarci nella comparazione etologica con i nostri cugini ominidi: se qualcosa è “naturale”, allora dovremmo trovarne le tracce in chi condivide con noi gran parte dell’avventura evolutiva e del DNA. Anche qui però la faccenda si mette male. Se ci limitiamo ai nostri quattro parenti più stretti – cioè scimpanzé, bonobo, gorilla e oranghi – troviamo le più diverse soluzioni “matrimoniali”: monogamia relativamente fedele; monogamia con abbondante promiscuità; un maschio che lotta contro i concorrenti per accaparrarsi un harem di femmine e lasciare gli altri a bocca asciutta; nessuna famiglia e cuccioli accuditi dall’intero gruppo sociale. A quale di questi modelli “naturali” vogliamo conformarci?
Impossibile rispondere, ovviamente, perché la natura non offre norme né giudizi morali, ma un’esplorazione di possibilità adattative che dipendono dall’ambiente in cui si vive, dall’evoluzione sociale di una specie, dalle relazioni con altre specie e da molti altri fattori, spesso contingenti. La natura, poi, non è un substrato immobile e saldo come roccia, sul quale incidere i nostri pregiudizi culturali o ideologici, ma flusso, cambiamento, diversità. Non ci si immerge mai due volte nella stessa natura.
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IL SOMMARIO DEL NUMERO
ICEBERG - tra natura e cultura
Telmo Pievani - Famiglie naturali?
Se esistesse uno schema immutabile di “famiglia naturale” dovremmo trovarlo universalmente presente sia in tutte le culture umane sia nel corso dell’intera storia della nostra specie, e invece sappiamo che non è così: fin dagli albori della vita sulla Terra sono stati sperimentati modelli assai eterogenei e contrastanti di famiglia e di non-famiglia, alcuni dei quali non molto edificanti se guardati attraverso la lente della sensibilità contemporanea, come per esempio sistemi morali che ritenevano legittimi l’infanticidio e la soppressione degli anziani. La natura è davvero una pessima guida in fatto di giudizi morali. Non detta norme né devianze. Ci confonde soltanto. Non sarebbe meglio smetterla di brandirla contro chi è diverso da noi?
Francesco Remotti - Le tante possibili risposte al bisogno di convivenza domestica
Le società umane non possono fare a meno di ritagliare al loro interno aree o luoghi di convivenza, di costruire – in modi vari, persino alternativi e opposti – aggregati domestici a cui conferire il termine generico di “famiglie”: qualunque sia la forma che esse assumono, le famiglie sono dunque risposte particolari alla domanda generale di convivenza.
Stefano Petrucciani - Non solo patriarcato. La famiglia dei filosofi tra eguaglianza e gerarchia
Dalla “Politica” di Aristotele all’“Origine della famiglia” di Engels (che segna una sorta di spartiacque, non muovendosi più su un terreno solo filosofico, ma avvalendosi anche delle prime ricerche antropologiche), passando per Hobbes, Locke, Rousseau, Hegel e Kant: viaggio nel concetto di famiglia nella famiglia dei filosofi.
IL SASSO NELLO STAGNO
Chiara Saraceno - Contro la famiglia? Dipende
La famiglia è stata spesso vista, soprattutto in Occidente, come fonte di ogni problema. Vari progetti politici (sia emancipatori sia totalitari) hanno cercato di superare, quando non di distruggere, questo istituto. Dopo tanta letteratura critica sul tema, forse l’unica cosa che della famiglia possiamo predicare con ragionevole certezza è la sua radicale ambiguità.
ICEBERG 2 - tra Stato e mercato
Emma Catherine Gainsforth - Le contraddizioni della cura e i rischi di un approccio neo-familista
Per contrastare i fenomeni di ri-privatizzazione della cura non basta rivendicare lo statuto etico di relazioni che dovrebbero essere sottratte al mercato. Mentre le relazioni di prossimità sono caratterizzate, o si auspica che lo siano, da amorevolezza, gratitudine, generosità, quelle pubbliche devono essere improntate a rispetto, solidarietà, giustizia. Perché la cura è una questione politica.
Salvatore Morelli - Un’eredità universale per contrastare la lotteria della nascita
Nel nostro Paese è aumentata considerevolmente l’importanza dei patrimoni ereditati e la loro concentrazione. È anche diminuita l’efficacia delle imposte su successioni e donazioni, già molto basse rispetto al contesto internazionale. Con il risultato che la probabilità che i figli abbiano una posizione socio-economica simile a quella dei propri genitori è molto alta. Ma se nessuna misura può annullare completamente il vantaggio di partenza, si può però ridurre questa disparità per rendere la ricchezza familiare meno determinante e diminuire le disuguaglianze di opportunità.
Pierfranco Pellizzetti - Familismo aziendale
Il tessuto industriale italiano è fatto di piccole e piccolissime imprese: un apparato produttivo circoscritto nei vincoli dimensionali e abbarbicato a nicchie di sopravvivenza, che rinuncia necessariamente a crescere e si cronicizza nel nanismo. Una dimensione in cui gioca un ruolo non secondario quell’atteggiamento familistico che tende a vincolare le strategie d’impresa alla preminenza attribuita al rapporto parentale.
Fabio Armao - In cerca dell’homo civicus. La società civile come nicchia di resistenza tra Stato e mercato
Date le comuni origini familistiche dello Stato moderno e del capitalismo, non c’è da sorprendersi del fatto che si sia rivelato quanto mai difficile, storicamente, costruire un senso condiviso di identità sociale. Con la conseguenza che si è in qualche modo ritornati alle origini con la ricerca di conforto in comunità quali la famiglia, l’etnia o persino nel settarismo religioso. La situazione si è però ulteriormente evoluta: quella che si sta diffondendo oggi a tutte le latitudini è una nuova versione, alquanto sofisticata, di “solidarietà clanica”. Pochi i nuclei di resistenza all’opera, pallidi simulacri di movimenti sociali, ma unico possibile antidoto alle affiliazioni claniche.
SAGGIO 1
Alessandra Dino - Famiglie di mafia
Fondamentale per la sopravvivenza del sodalizio criminale è il rapporto che esiste in Cosa nostra tra famiglia parentalee famiglia mafiosa. E cruciale, nel quotidiano mafioso, è il ruolo di mogli e figli, che occupano spesso una posizione “in bilico” tra appartenenza ed estraneità. Con i figli in particolare che possono diventare oggetto di ricatto per far ritrattare i padri divenuti collaboratori, ma possono anche rappresentare la molla del cambiamento.
ICEBERG 3 - genitori e figli: quali confini?
Ingrid Colanicchia - I vostri figli non vi appartengono
Nonostante sia ormai riconosciuto che il minore è un soggetto attivo di diritti, resta di là da venire un reale e completo esercizio di tali diritti, da un lato per ragioni legate all’effettivo grado di maturità del bambino, dall’altro perché spesso e volentieri i genitori non riconoscono i figli come altro da sé, prendendo decisioni sui loro corpi e sulle loro vite che si configurano come palesi violazioni dei loro diritti, da quello all’integrità fisica e mentale a quello alla privacy, passando per il diritto alla libertà di coscienza e religione.
Angela Ammirati - La scuola sempre più ostaggio delle famiglie
Da ormai qualche decennio assistiamo a un processo di depoliticizzazione della scuola e della figura dell’insegnante, processo che ha lasciato alla componente familiare spazi sempre maggiori all’interno del sistema. A scapito dell’autonomia del corpo docente, sempre più ostaggio di un modello aziendalistico della scuola in cui le famiglie, come se agissero in qualità di stakeholder, si percepiscono come utenti di un servizio che dev’essere erogato a fini carrieristici ai propri figli.
Angela Galloro - Homeschooling: quando l’educazione diventa un affare di famiglia
Nonostante sia ormai riconosciuto che il minore è un soggetto attivo di diritti, resta di là da venire un reale e completo esercizio di tali diritti, da un lato per ragioni legate all’effettivo grado di maturità del bambino, dall’altro perché spesso e volentieri i genitori non riconoscono i figli come altro da sé, prendendo decisioni sui loro corpi e sulle loro vite che si configurano come palesi violazioni dei loro diritti, da quello all’integrità fisica e mentale a quello alla privacy, passando per il diritto alla libertà di coscienza e religione.
Maria Concetta Tringali - La famiglia italiana: cenni di un’evoluzione normativa
Dal Codice civile del 1942 alla riforma Cartabia, passando per la riforma del diritto di famiglia del 1975, sono tanti i mutamenti che hanno interessato le leggi che nel nostro Paese disciplinano i rapporti familiari. Un’evoluzione normativa che – sostituendo alla patria potestà la responsabilità genitoriale e alla potestà maritale la parità tra i coniugi – si è progressivamente lasciata alle spalle norme e precetti improntati a disparità convenzionalmente accettate. E ancora oggi non del tutto superate.
SAGGIO 2
Federica D’Alessio - Violenza in famiglia il racconto che infrange il tabù
“Le cose che non si dicono, che non si raccontano, non succedono”. Proprio per questo bisogna raccontarle. Nella produzione letteraria, cinematografica e televisiva sono sempre di più le opere che, sfidando la legge non scritta dell’omertà familiare, raccontano la violenza sistematica che si produce all’interno dei nuclei domestici, una violenza di segno patriarcale, inflitta ai bambini e alle bambine, oltre che alle donne, quasi sempre dai padri, dai patrigni, dai fratelli, spesso nel silenzio delle donne adulte, in trappola in un ruolo che le vuole vittime e complici al tempo stesso.
NOSTRA PATRIA È IL MONDO INTERO
Fabrizio Tonello - Dynasty: quando la politica è una questione ereditaria
Gli Stati Uniti non hanno mai conosciuto il feudalesimo, ma sin dalla loro fondazione il panorama istituzionale è stato profondamente influenzato da alcune dinastie politiche. Dagli Adams di fine Settecento ai Bush dei decenni a cavallo del secondo millennio, passando per la sfortunatissima famiglia Kennedy, breve storia della politica Usa in chiave familiare.
Marco Zappa - Famiglia e potere in Giappone
Dalle aziende alla politica, i legami di sangue in Giappone rivestono (e hanno storicamente rivestito) un ruolo preminente. Da fenomeno storico e socio-economico, il concetto di famiglia è stato addirittura perfezionato in un modello etico e di comportamento, nonché in un efficace dispositivo di governo della società. E, nonostante le trasformazioni strutturali degli ultimi quarant’anni, esso rimane vischioso appiglio della retorica conservatrice.