Speciale elezioni Usa
La nostra marcia di avvicinamento all'elezione del 47esimo presidente degli Stati Uniti.
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Cominciamo col dire che qualunque esito daranno le urne, Donald Trump avrà in ogni caso in mano il destino del paese, come ci spiega nel suo ultimo Contrappunto la direttrice Cinzia Sciuto.
Della squadra di cui potrebbe avvalersi il tycoon in caso di vittoria ci ha parlato Martino Mazzonis. Mentre del suo candidato vicepresidente, J.D. Vance, Ingrid Colanicchia ci ha raccontato l’ossessione per chi non ha figli.
Quella cui i protagonisti di questi mesi hanno dato vita è una campagna elettorale che si può riassumere con tre concetti chiave per la storia degli Usa, come ci ha spiegato Alessandra Lorini: libertà, eccezionalismo, “sostituzione etnica”.
E se Kamala Harris poteva apparire prima della sua investitura ufficiale come una “candidata senza profilo”, la vicepresidente ha via via messo a fuoco la sua figura, comunicando secondo Gloria Origgi un’altra idea di donna e mandando così in tilt gli avversari repubblicani. L’attuale vicepresidente tra l’altro si è guadagnata l’endorsement di molte influenti celebrities americane quali Bruce Springsteen, Eminem, Beyoncé, Jennifer Lopez, LeBron James, Harrison Ford, Julia Roberts e prima fra tutte Taylor Swift, di cui Fabio Bartoli ha provato a mettere a fuoco l’influenza politica.
A favore di Trump potrebbero giocare invece i “terroni” degli Stati Uniti, raccontati da Marco d’Eramo nel suo libro I terroni dell’Impero, recensito per noi da Elisabetta Grande. Tre esempi di votanti per Trump in carne e ossa sono Thomas, Jeff e Louis, i cui profili ci sono stati raccontati da Mazzonis e Angelo Loy.
Di certo il peculiare sistema elettorale americano avrà la sua influenza nel determinare la prossima guida del paese a stelle e strisce. Un sistema tutt’altro che rigoroso e democratico, come illustra Fabrizio Tonello, tanto da poter eventualmente essere condizionato da un solo uomo, come ci ha raccontato ancora Grande.
Riguardo le campagne elettorali la stessa autrice ha messo in luce anche il ruolo dei grandi donatori, i cui ingenti versamenti nelle casse dei partiti ne condizioneranno comunque le politiche, a prescindere da chi vincerà le elezioni. Il principale sostenitore finanziario di Trump è Elon Musk e ai due Pierfranco Pellizzetti ha dedicato sferzanti parole che stigmatizzano un sogno americano che è tale solo per i ricchi.
Di soldi abbiamo parlato però non solo in chiave di laute elargizioni ma anche contestualmente a concreti programmi economici: quali sono quelli dei rispettivi candidati ce lo ha illustrato Emilio Carnevali, professore di Macroeconomia della Northumbria University, intervistato da Bartoli.
E se le conseguenze di lungo periodo per gli Usa e per il resto del mondo non sono al momento tutte prevedibili, per conoscere l’esito delle elezioni non ci resta che aspettare alcune ore.
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