Parole in guerra, un altro sguardo al volume
Il nuovo numero di MicroMega in tutte le librerie fisiche e online
“PAROLE IN GUERRA”, MICROMEGA 2/2023 IN TUTTE LE LIBRERIE FISICHE E ONLINE - AMAZON - IBS
IL SOMMARIO DEL NUMERO - PARTE 2
ICEBERG 3 – guerra di narrazioni
Maria Chiara Franceschelli – L’informazione in Russia, fra revisionismo storico e fake news
L’ecosistema della propaganda in Russia è articolato e capillare, e punta a usare il sistema dei media e le leggi censorie per imprimere il segno di una narrazione revisionista e neoimperialista. Con l’invasione dell’Ucraina, gli spazi di libertà per la stampa si sono ulteriormente ridotti e il controllo sull’informazione si è inasprito, a cominciare dal divieto di chiamare la guerra con il suo nome e dalla legge sulle fake news che prevede fino a 15 anni di carcere per chi divulga “informazioni inattendibili”, ovvero sgradite al Cremlino.
Ilko-Sascha Kowalczuk – L’Europa (e la sua storia) vista dall‘Est
L’Europa non è lo stesso concetto se vista con lo sguardo dell’Est o con quello dell’Ovest. Gli snodi storici della Seconda guerra mondiale e del crollo dell’Urss hanno avuto significati completamente diversi da una parte all’altra del continente, tanto che le stesse date vengono commemorate con contenuti diversi. Capirlo può aiutare a chiedersi che Europa può esistere oggi, e domani, di fronte alle minacce di Putin. Le riflessioni di uno storico tedesco, con radici ucraine, cresciuto nella Ddr.
Iryna Žerebkina – Antinomie della guerra. Insegnare filosofiain Ucraina in tempo di guerra
Gli interrogativi che questa guerra pone a tutti noi sono universali ed esistenziali. In una situazione segnata da antinomie indecidibili, nelle lezioni all’Università di Charkiv docente e studenti prendono coraggio confrontandosi con il pensiero di filosofi come Habermas, Balibar, Žižek, Butler. I loro dilemmi e le loro scelte esistenziali, così come il confronto sorto all’interno del movimento femminista fra esigenza di solidarietà e pensiero della nonviolenza, riflettono i dilemmi e le scelte esistenziali in cui oggi si dibatte lo stesso popolo ucraino.
Germano Monti – Lo sguardo a senso unico del movimento pacifista
A vent’anni di distanza dalle manifestazioni contro la guerra in Iraq nel 2003, passando per lo spartiacque siriano degli anni Dieci, le contraddizioni dello sguardo pacifista sulla realtà mondiale sono venute tutte a galla con la guerra russa in Ucraina: la difficoltà a riconoscere i caratteri globali e la verità fattuale dell’oppressione ha indotto a continuare a guardare il mondo dallo specchietto retrovisore di un antimperialismo a senso unico, che vuole la Nato come unico burattinaio dei destini umani.
TAVOLA ROTONDA 2
Sabato Angieri / Lorenzo Cremonesi / Francesca Mannocchi – Reporter: raccontare la guerra ai tempi della post-verità e dei social
Una delle peculiarità della guerra in Ucraina è la proliferazione dei mezzi di comunicazione a disposizione delle diverse parti in causa per creare il proprio racconto della guerra. Alla classica propaganda, si è aggiunto il cosiddetto engagement che si crea attraverso i social media. Ogni giorno milioni di persone seguono minuto per minuto le vicende belliche attraverso i profili di politici, giornalisti locali, inviati internazionali, esperti o appassionati di tattica militare. Come si inserisce, in tutto questo affastellarsi di racconti, parole e immagini, il racconto della guerra fatto attraverso il mestiere del giornalista sul campo? Tre inviati di guerra a confronto.
SAGGIO
Oksana Timofeeva – Il fascismo come pulsione di morte dell’impero
Nel 2020 Putin – già al potere da un ventennio – ha modificato la Costituzione russa per garantirsi la presidenza a vita: si poteva pensare che, se il suo governo autocratico avesse continuato a declinare verso una specie di monarchia neofeudale, una nuova rivoluzione russa sarebbe stata solo questione di tempo. Ma esisteva un’altra possibilità di salvezza per il regime: invece della rivoluzione, abbiamo avuto la guerra. E quella che sembrava una manifestazione tipica di uno dei tanti governi autocratici ha rapidamente imboccato una svolta fascista.
Pacifismo è pacifismo. Contro i signori della guerra, sempre. A est come a ovest
No, così non va. Narrativa a senso unico. Nessuno spirito critico e nessun equilibrio. Indistinguibili dal resto del coro. Mi meraviglio. Da Micromega non me lo aspettavo