L’invasore premiato, la disfatta della democrazia e le altre notizie di questa settimana
Uno sguardo ai contenuti pubblicati sul sito di MicroMega.
GIUSTIZIA E LIBERTÀ
A quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina la trattativa tra Trump e Putin, che esclude l’Unione europea dal tavolo, si sta rivelando - come evidenzia l’ex direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais - una disfatta per la democrazia, una catastrofe per l’Europa e una vergogna per la sinistra.
Su quest’ultimo aspetto si concentra anche Francesco 'Pancho' Pardi in un articolo in cui sottolinea che, sebbene in questo contesto internazionale i problemi della sinistra italiana abbiano rilevanza microscopica, da vicino sono invece fonte di grande imbarazzo.
NOSTRA PATRIA È IL MONDO INTERO
All’altra ferita aperta di questo tempo è dedicato il Contrappunto di questa settimana della direttrice Cinzia Sciuto che - ribadita la condanna della sistematica violazione del diritto internazionale da parte di Israele, tanto prima del 7 ottobre quanto dopo, a Gaza e in Cisgiordania - sottolinea che all’indomani del 7 ottobre 2023 a Gaza c’erano due bambini di nove mesi e quattro anni (Ariel e Kfir Bibas) che andavano rimandati a casa immediatamente. Non sedici mesi dopo, dentro una bara.
Alla postura ultranazionalista di Israele è dedicato invece l’approfondimento di Roberto Della Seta il quale sottolinea che essa non è nata come risposta al 7 ottobre. I suoi germi si sono sviluppati molto prima, in alcune correnti del sionismo.
Sulla delegittimazione del diritto internazionale da parte sia di Israele sia degli Stati Uniti si concentra l’analisi di Chiara Nencioni che prende le mosse dalla condanna da parte della Cpi dell’ordine esecutivo con il quale Trump impone sanzioni ai funzionari della Corte tentando di danneggiarne il lavoro giudiziario.
ANNIVERSARI
Il 22 febbraio 2005 moriva il fondatore di Comunione e Liberazione. Raffaele Carcano ricostruisce per noi ascesa e declino del movimento a 20 anni dalla morte di don Giussani.
A FUTURA MEMORIA
Quarta puntata della rubrica “A futura memoria” dedicata ai nostri abbonati SOSTENITORI, che scandaglia il ricchissimo archivio digitale di MicroMega e porta ogni settimana all’attenzione di voi lettori e lettrici uno dei migliaia di testi pubblicati dal 1986 a oggi sulle nostre pagine e che, anche a distanza di molti anni, continua a parlarci.
In vista delle elezioni tedesche di domenica abbiamo selezionato per voi il diario in presa diretta del giornalista Ennio Cavalli (“Il crollo dell’Urss e la nuova Germania. Diario di un testimone 1989-1991” da MicroMega 7/2020) che ci fa fare un viaggio nel tempo, portandoci direttamente nel cuore dei due anni che sconvolsero l’Europa (e il mondo), a bere birra e mangiare Bratwurst per le strade di una stralunata Berlino che si preparava a vivere di nuovo unita e facendoci incontrare i testimoni della storia a Mosca, poco prima dello sgretolamento dell’Unione Sovietica.
I testi dell’archivio di MicroMega sono disponibili per i nostri abbonati SOSTENITORI, che possono leggere in digitale tutto quello che è stato pubblicato sulla rivista dal 1986 a oggi.
È uscito l’ultimo volume cartaceo di MicroMega, dal titolo “Fine del sogno europeo?”. Acquistalo nella tua libreria di fiducia o negli store online oppure sottoscrivi i nostri piani di abbonamento AMICO o SOSTENITORE.
(Attenzione: con il piano SOSTENITORE ricevi anche la copia cartacea ma, per ragioni tecniche, l’invio non include questo numero bensì partirà dal prossimo).
È tutto per questa settimana, la redazione vi augura buon weekend!
Sono una persona di sinistra (radicale) abbonato alla vostra newsletter da 5 anni.
Non ho mai smesso di leggervi (e non smetterò di farlo) pur condividendo poco o nulla della vostra linea editoriale, ad es. quell'avocare a sé una sorta di ruolo-guida culturale della sinistra italiana, l'insistenza per un anti-fascismo di maniera e scollegato dalla realtà, quell'infatuazione per i diritti civili che sfocia nello stucchevole di quel politicamente corretto di cui l'opinione pubblica fa volentieri a meno.
Mi rattrista - soprattutto - la vostra non capacità di leggere la realtà della politica internazionale, l'ingenuità di non leggere "nella" storia: anzi, il non comprendere che la "storia è tornata" (pensavate fosse "finita", come ci dicevano 20-25 anni fa) è chiede il conto. Quindi lanciate accuse ad una fantomatica sinistra "complice" della Russia ed ammiccante verso Trump. In realtà, questa accuse riecheggiano in un vuoto pneumatico poiché - e lo sapete - non c'è nessuna sinistra: paradossalmente, quella sopravvissuta che in Italia si definisce tale magari sposa anche la vostra linea: ma è disgraziatamente condannata all'irrilevanza...
Tornando alla politica internazionale, mi auguro che la vostra rivista possa dare spazio in futuro a studiosi ed esperti che a differenza del Prof. Flores D'Arcais e del Prof. Pardi analizzino la realtà scevri da una logica di "giustizia e libertà": perché questa non alberga proprio nelle relazioni internazionali... Anzi, finite per ammantarvi di quell'afflato universalistico tipico dell'occidente liberale latore di "democrazia" e "diritti": in pratica, il pensiero unico "redwashed", in salsa "giustizia e libertà" per l'appunto. Con la logica (ancora oggi da voi asserita senza il benché minimo dubbio) del "buono" vs il "cattivo" e dipingendo Putin come Hitler e Zelensky come Allende non si va lontano. Provenendo dalla sinistra novecentesca, mi sarei aspettato in primis una postura contro la NATO che questa guerra ha sobillato e finanziato da oltre 10 anni: eppure, anche questa lettura sarebbe stata banale. L'avvicinarsi di una cessazione delle ostilità tra Russia e Ucraina è di per sé una buona notizia: irrealistico pensare ad una resa - peggio ancora a una sconfitta - della Russia per quale la caduta dell'Ucraina in una sfera d'influenza occidentale è il punto di non ritorno. La Russia che piace(va) a molti è quella di Eltsin: prona agli interessi euro-atlantici, derisa e oltraggiata sino al suo cortile di casa, privata quasi completamente di quello che percepisce come il suo spazio. Piaccia o meno, da alcuni anni quella Russia non c'è più. E' compito della comunità degli stati, in questi casi, trovare nuovi bilanciamenti e compromessi: per un bene superiore, ossia quello di un equilibrio nelle relazioni internazionali.
Ricordiamoci delle lezioni di Tucidide e di Machiavelli.