Le scelte di Hamas, e quelle di Israele
Tutti gli approfondimenti di MicroMega sul conflitto israelo-palestinese
FOTO EPA/MOHAMMED SABER
Dedichiamo questa newsletter al conflitto israelo-palestinese con una lista di articoli d’approfondimento e reportage che, attraverso punti di vista diversi, ci aiutano a ricostruire un quadro della guerra in corso.
Le scelte di Hamas, e quelle di Israele | di CINZIA SCIUTO
Il terrorismo jihadista di Hamas non giova alla causa del popolo palestinese. Certo, l’attacco senza precedenti a Israele non viene dal nulla, ma la storia non è fatta di catene di automatiche azioni e reazioni. Così come l’attacco di Hamas è stata una precisa scelta, tale è anche la risposta di Israele. E sta solo a Israele evitare un genocidio.
Perché l’intelligence israeliana non ha saputo prevedere l’attacco di Hamas | di LORENZO GIOVANNETTI
Emerge con chiarezza il fallimento degli apparati di intelligence che non hanno previsto né saputo contenere un attacco che non ha precedenti nella storia per violenza e vittime lasciate sul campo. Un grave danno per la credibilità di Netanyahu, che ha costruito buona parte del successo della propria decennale carriera politica presentandosi come infallibile garante della sicurezza degli israeliani.
Come si è arrivati ad al-Aqsa Flood, l’attacco di Hamas a Israele | di CHRISTIAN ELIA
Se non proviamo a capire da dove arrivano le ruspe che tirano giù le barriere attorno a Gaza, non possiamo neanche inquadrare il contesto. E arrivano dal 2007, anno in cui Israele – dopo lo sgombero unilaterale dell’occupazione della Striscia di Gaza durata 40 anni nel 2005 – inizia il blocco militare che rende Gaza uno dei luoghi più inospitali per gli esseri umani, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’attacco di Hamas e le sfide all’ordine globale | di MAURIZIO DELLI SANTI
L’ultimo attacco terroristico di Hamas contro Israele apre nuovi scenari sul disordine globale. Il Medio Oriente torna ad essere oggetto di un “Grande gioco”, dove è emerso il ruolo ‘tossico’ dell’Iran che soffia sul fuoco dei risentimenti palestinesi e dell’islam sciita. Non mancano responsabilità delle derive estremiste e radicalizzate delle leadership israeliane e palestinesi, mentre la nuova minaccia alla sicurezza globale non può che fare gioco alla guerra di Putin in Ucraina e al suo disegno imperiale.
I doveri dei giornalisti in tempi di guerra | di c. e.
Mai come in queste ore le responsabilità dei media sono enormi. Non si può ignorare l'influenza sulla percezione dei lettori che hanno notizie non – magari solo non ancora – verificate con cura.
GLI APPROFONDIMENTI DI MICROMEGA+
© Eyal Warshavsky/SOPA Images via ZUMA Press Wire – Manifestazione a Tel Aviv, 21 gennaio 2023
ESODO – Israele, la riforma della giustizia spinge i giovani all’emigrazione di Stefano Lorusso
21 settembre 2023
Nonostante sia uno Stato incentrato sull’immigrazione, ora Israele si trova ad affrontare il problema dell’emigrazione. Intimoriti dalla riforma della giustizia di Netanyahu e da un Paese che scivola sempre più a destra, inasprendo inoltre la sua componente religiosa, molti giovani cercano di emigrare negli Stati Uniti e in Europa. E a farli desistere dai loro propositi non riesce nemmeno l’antisemitismo in ascesa nei Paesi occidentali.
Shimon Peres, 100 anni fa nasceva uno degli uomini simbolo della storia d’Israele di Christian Elia
1° agosto 2023
Il 2 agosto del 1923 nasceva Shimon Peres. Ripercorrerne la biografia e la carriera politica significa portare alla luce diverse contraddizioni che fanno parte del Paese di cui ha segnato la storia.
IL REPORTAGE – Israele, viaggio tra i refusenik: “Rifiutare è il minimo che possiamo fare” di Micol Meghnagi e Mosè Vernetti
28 luglio 2023
Quello dei refusenik, i giovani obiettori di coscienza, è un fenomeno che si presenta a varie ondate nella società israeliana. Una realtà di cui il governo e l’esercito cercano di sminuire la portata politica, riducendolo a scelte di carattere personale, spesso legate alla salute mentale. In questo reportage tra i giovani refusenik israeliani, le motivazioni vengono rivelate da loro stessi. E sì, hanno tutte una portata profondamente politica.
La resistenza non violenta in Palestina di Elena Colonna
18 maggio 2023
Lontano dai gruppi armati che combattono l’occupazione israeliana a colpi di fucile, c’è una società civile palestinese che porta avanti una resistenza non violenta. Sono voci che fanno meno rumore rispetto a Hamas, alla Jihad Islamica, o alla più recente Fossa dei Leoni. Ma le loro iniziative, anche le più piccole, sono gesti politici che migliorano l’esistenza di molte persone in un posto in cui, come dicono molti palestinesi, esistere è resistere: anche solo portare avanti un’esistenza normale nella propria terra vuol dire resistere all’occupazione.
Mentre Israele scivola nel totalitarismo, l’apartheid contro i palestinesi è sempre più feroce di Federica D’Alessio
3 febbraio 2023
Per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu. E mentre il Paese scivola nel totalitarismo, l'apartheid contro i palestinesi si fa sempre più feroce.
ALTRI ARTICOLI DAL SITO
A Jenin Israele colpisce il Teatro della Libertà, simbolo della rinascita della città dopo la seconda Intifada | di LORENZO GIOVANNETTI
6 luglio 2023
Nella notte tra il 2 e il 3 luglio Israele ha lanciato un’operazione di larga scala che ha visto il ricorso a bombardamenti indiscriminati e all’utilizzo di cecchini dispiegati per le vie del campo di Jenin. Sono 12 le vittime dell’attacco, a fronte di decine di feriti e di migliaia di persone che hanno dovuto lasciare le proprie case.
In Israele è in atto il saccheggio delle casse dello Stato per finanziare gli enti religiosi | di CHRISTIAN ELIA
8 Giugno 2023
Il governo di Netanyahu concede 270 milioni di dollari alle organizzazioni ebraiche ultra-ortodosse mentre migliaia di manifestanti si sono riuniti a Gerusalemme sventolando bandiere israeliane e chiedendo le dimissioni dell'esecutivo.
Il rapporto “Apartheid automatizzato” di Amnesty International sui crimini di Israele
3 Maggio 2023
“Le autorità israeliane usano la tecnologia di riconoscimento facciale per rafforzare l’apartheid contro i palestinesi”.
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Nel mio piccolo, da quel di' che dicevo; Quando gli hanno dato il territorio della "Terra promessa", su quel territorio dovevano restare! E non allargarsi destra e manca, togliere l' acqua a gli altri popoli! Come dopo il Patto Lateranense, lo Stato apostolico ha ottenuto il territorio del Vaticano. Dovevano circondare anche la "terra promessa"?!