La squadra di Trump e le altre notizie di questa settimana
Uno sguardo ai contenuti pubblicati da MicroMega questa settimana.
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Ma ora, come ogni venerdì, ripercorriamo insieme la settimana di MicroMega attraverso i contributi più salienti pubblicati sul sito.
Diversi approfondimenti li abbiamo dedicati a Donald Trump, che in questi giorni ha composto la sua squadra di governo sulla base di un unico criterio: la fedeltà al capo e alla sua agenda, come ci spiega Martino Mazzonis. Di quanto e come rischia di cambiare la democrazia statunitense con la seconda presidenza Trump, lo stesso Mazzonis ha parlato in un’intervista a Nadia Urbinati, nella quale la professoressa della Columbia University mette in guardia da quel cesarismo plebiscitario che è un tratto del profilo trumpiano. Inquieto come suo solito è anche il braccio destro di Trump, Elon Musk, sulla cui figura ci siamo già soffermati più volte. Sulla vicenda che ha visto il fresco capo del Department of Government Efficiency (Doge) intervenire a gamba tesa nella politica interna italiana in merito alla questione dei migranti in Albania e il successivo intervento del presidente Mattarella, Angelo Cannatà condivide con noi dieci riflessioni.
Sempre in tema di esteri, abbiamo parlato poi della Spagna. Paola Lo Cascio ha analizzato le possibili ricadute sulla politica spagnola dell’alluvione di Valencia, mentre Elena Colonna ci ha dato un quadro delle varie proteste contro il turismo di massa in varie città del paese.
Alla questione palestinese abbiamo dedicato due approfondimenti. Mosè Vernetti ha intervistato Michael Fakhri, relatore speciale per il diritto all’alimentazione alle Nazioni Unite, che ha spiegato per filo e per segno come il governo israeliano usi la fame come arma di guerra contro la popolazione di Gaza. Christian Elia invece ha tratteggiato un profilo di Yasser Arafat a vent’anni dalla sua scomparsa.
Medio Oriente ed Europa si intrecciano nel Contrappunto di Cinzia Sciuto, che ha ripercorso il caso dell’aggressione dei tifosi israeliani del Maccabi ad Amsterdam sottolineando come la sistematica (e non sempre in buona fede) sovrapposizione e confusione di piani fra antisemitismo, antisionismo, dissenso contro le politiche dello Stato di Israele possa avere conseguenze molto pesanti in termini di limitazione della libertà di espressione del dissenso. È il caso per esempio della Germania, dove la scorsa settimana, il parlamento ha approvato una risoluzione per “proteggere, preservare e rafforzare la vita ebraica in Germania” che ha suscitato più di una critica.
Un faro lo abbiamo puntato anche sulla Georgia. Matilde Moro da Tbilisi ci ha raccontato come le elezioni parlamentari non abbiano ancora deciso il futuro del Paese, che resta in bilico fino alle prossime presidenziali, che potrebbero riportare il paese caucasico nell’orbita russa. Sul rapporto tra Russia e Occidente si è soffermato Pierfranco Pellizzetti nella sua rubrica Rileggiamoli insieme, dove anche alla luce dell’analisi del controverso saggio La sconfitta dell’Occidente dello storico francese Emmanuel Todd sostiene che una certa attrazione per la Russia di Putin nasca dall’ipocrisia di un Occidente che si è messo in trappola da solo.
Abbiamo poi dato spazio alla soddisfazione dei Comitati contro ogni autonomia differenziata di fronte alla notizia che la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di alcuni punti della legge Calderoli accogliendo i ricorsi di quattro Regioni.
Infine, un anniversario tondo tondo e fondamentale per la storia del nostro cinema: 50 anni fa ci lasciava Vittorio De Sica, di cui Mario Sesti ci ha regalato questo ritratto.
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