I trenta giorni che sconvolsero la Francia
Tutti gli articoli e le analisi di MicroMega sulle elezioni legislative francesi
All’indomani delle elezioni europee di inizio giugno, che in Francia hanno visto un’affermazione pesante del partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen, Rassemblement National, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, uscito fortemente sanzionato da quelle stesse urne, ha deciso di sciogliere l’assemblea legislativa indicendo nuove elezioni. La sua mossa spregiudicata sembrava destinata a produrre il caos nella società e nella politica francese, e soprattutto a legittimare, dopo tentativi durati decenni da parte di Le Pen padre prima, figlia poi, la presenza dell’estrema destra ai vertici dello Stato.
Invece, trenta giorni dopo, il quadro in Francia è ben diverso da ciò che forse Macron stesso si aspettava: la coalizione di sinistra, dopo aver stretto un patto elettorale in poche ore dopo l’annuncio delle elezioni, con il nome di Nuovo Fronte Popolare, ha conquistato la maggior parte dei seggi. Abbiamo assistito a quello che lo scrittore Christian Salmon ha definito “un risveglio di popolo”, reso possibile dal fatto che la società francese, diversamente da quella italiana, non si è ancora spoliticizzata e ha risposto con partecipazione alla chiamata alle urne. Grazie alla scelta della desistenza fra il primo e il secondo turno delle elezioni, portata avanti soprattutto dal Nfp, il Rassemblement National è uscito sconfitto da molti ballottaggi ed è infine giunto terzo per numero di seggi, dopo Ensemble. Fra il primo e secondo turno la coalizione di Macron ha goduto dei voti di tanti elettori di sinistra, coerenti nella scelta di compattare il voto antifascista. È stata una grande dimostrazione di democrazia.
Cosa succederà adesso? Ieri il Primo ministro Gabriel Attal si è dimesso dal suo incarico, con un atto dovuto. Macron ha rifiutato le dimissioni per garantire “stabilità al Paese”, tanto più alla vigilia dei Giochi olimpici di Parigi. Il Nuovo Fronte Popolare indicherà nei prossimi giorni un candidato primo ministro per la guida della Francia nei prossimi anni. La destra è stata fermata ma non è stata sconfitta, e in alcune zone gode di un consenso solido, le cui ragioni vanno analizzate e comprese. La tensione è ancora molto alta; tanto più crescerà se non si riuscirà, a breve, a dare un assetto politico che rifletta in qualche modo il risultato elettorale. Per il momento Emmanuel Macron non si è rivolto alla nazione con alcun discorso, dunque non si è ancora assunto la responsabilità degli esiti della decisione che pure è stata solo sua, in qualità di presidente della Repubblica. Diversamente da lui, la società francese, pur polarizzata e divisa com’è normale in quest’epoca, si è presa le sue responsabilità, dimostrandosi ancora una volta all’altezza della sua storia.
Ecco tutto ciò che i nostri autori e le nostre autrici hanno scritto e pubblicato sulla Francia durante queste settimane di sconvolgimenti, reazioni e di mobilitazioni.
8 luglio | Viva la politica, viva la società democratica, di Federica D’Alessio
Le elezioni dell’assemblea legislativa in Francia sono la più grande e interessante sorpresa politica del 2024, fino a qui. Una lezione di democrazia che innanzitutto la società ha impartito alle élite, secondo le quali i giochi erano già fatti. Una lezione che risveglia le speranze anche in Italia: c’è vita nella politica, c’è vita fuori dalla tecnocrazia.
La destra è stata fermata, non è stata sconfitta, di Gianluca Briguglia
In Francia la destra è stata fermata grazie al ritorno a una politica dei partiti, ma non è stata sconfitta. La società francese reagisce alla minaccia fascista riattivando di volta in volta il sentimento di un trauma irrisolto, che però non viene mai realmente esplicitato.
Una coalizione, è questo il risultato implacabile della volontà popolare, di Laurent Joffrin
Ha vinto la sinistra, ma i francesi non hanno voluto dare la maggioranza a un solo partito. Ne consegue che la soluzione è un governo plurale.
4 luglio | Governare senza Le Pen: impossibile ma necessario, di L. J.
Una soluzione inedita per una situazione inedita: in caso di sconfitta del Rassemblement national, e in mancanza di una maggioranza, imponiamo un governo di difesa repubblicana, che faccia, per tre anni, riforme utili.
3 luglio | François Dubet: “Paese diviso fra grandi città e province distanti”, di Marco Cesario
François Dubet, sociologo, fa un'analisi del risultato delle elezioni in Francia scaturito dal primo turno elettorale. Dalla lacerazione fra centri metropolitani e province remote, che sentono Parigi lontana, e la novità di un voto giovanile che si sposta in base ai valori dominanti nel territorio.
1° luglio | Una buona notizia: la società non si è ancora spoliticizzata, di Federica D’Alessio
In Francia il primo turno delle elezioni politiche vede una partecipazione di popolo importante. La formazione di estrema destra lepenista ottiene grandi consensi come era ampiamente prevedibile, ma la sinistra è presente. Il modo in cui la società democratica si è organizzata per rispondere alla minaccia del lepenismo in questi giorni, tanto nelle urne e negli accordi politici quanto nelle piazze, rappresenta già una notizia positiva; e per noi, dall'Italia, un motivo importante di riflessione da raccogliere.
28 giugno | Un risveglio di popolo può fermare i prestigiatori del potere, Christian Salmon
Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi ha perso il tocco: Macron in Francia voleva ritrovare margini di manovra per completare il suo mandato quinquennale, ma dal cappello non è uscito l’atteso coniglio, bensì il caos a destra e una potente forza a sinistra, che potrebbe riservarci sorprese.
“Macron ha spinto la Francia verso il caos”. Intervista a Thomas Guénolé, Marco Cesario
Thomas Guénolé, politologo, autore e docente universitario, spiega come la scelta di Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale sia stata una scommessa pericolosa che consegna il Paese al caos. Secondo Guénolé la rapida riorganizzazione della sinistra nel nuovo Fronte popolare costituisce più un segno di panico che la strutturazione di una forza politica veramente stabile. “Chiunque vinca le elezioni”, ammonisce, “non otterrà una maggioranza assoluta, rendendo difficile governare”.
14 giugno | Dopo le elezioni europee la sinistra risponde con l’unità a Macron e Le Pen, Checchino Antonini
In Francia la sinistra c’è, e non si è fatta trovare spiazzata all’annuncio shock di Macron di scioglimento delle camere dopo il risultato disastroso delle europee. Partiti, sindacati e piazze sanno che non c’è tempo da perdere e vanno alla ricerca di una convergenza che ha un solo, chiaro nome: Fronte popolare, l’unico possibile argine alla marea di estrema destra che avanza.
11 giugno | Europee: vince l’estrema destra, Macron indice nuove elezioni, Marco Cesario
La vittoria schiacciante di Rassemblement National, partito di Marine Le Pen, alle elezioni europee ha costretto Macron a mettere in discussione la capacità dell’attuale esecutivo di governare. La decisione è stata netta: l’Assemblea Nazionale è sciolta. Si va a elezioni il 30 giugno. Mai erano state indette elezioni anticipate con una simile fretta. La strategia del “presidente dimezzato” è rischiosa e mira a rimettere nelle mani dei cittadini la responsabilità reale di un governo Le Pen, costruendo un’ampia alleanza democratica che miri ad arginare la minaccia dell’estrema destra al timone della Francia.