“Fine del sogno europeo?”. Esce oggi il numero 1/2025 di MicroMega
In libreria il primo volume dell'anno della rivista.
Il Manifesto di Ventotene, scritto durante la Seconda guerra mondiale, immaginava un'Europa unita, capace non solo di superare le divisioni nazionali ma anche di garantire pace e giustizia attraverso una federazione di Stati. Nei decenni successivi è iniziata la faticosa costruzione di quella che è oggi l’Unione europea, che però non sembra affatto avere le sembianze di quella immaginata da Rossi e Spinelli. Sono diverse le forze che minacciano quel progetto, dai rigurgiti nazionalisti agli interessi delle grandi corporation, passando per le guerre che lambiscono quasi direttamente i paesi dell’Ue. Nel numero 1/2025 di MicroMega, da oggi in libreria, ci chiediamo: quel sogno è ancora vivo? L'Europa può tornare a essere quel faro di pace, giustizia e libertà sognato da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli o a quel sogno dobbiamo definitivamente rinunciare?
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IL SOMMARIO DEL NUMERO
DIALOGO
Quell’utopia ragionevole (e necessaria) dell’Europa unita
Javier Cercas in conversazione con Cinzia Sciuto
Per il grande scrittore spagnolo, l’Europa è l’ultima utopia ragionevole: non dunque un’utopia nel senso di qualcosa di irrealizzabile, ma un ideale concreto, possibile e più necessario che mai. La vera rivoluzione da fare, in questo senso, è quella di un’Europa che tenga insieme la diversità culturale e linguistica con l’unità politica. Si tratta di un esperimento che richiede coraggio e immaginazione, ma è questa la strada per il futuro.
ICEBERG
un piano inclinato verso destra
Europa, dal sogno al brusco risveglio
Pierfranco Pellizzetti
Come si è passati dal sogno che aveva animato il Manifesto di Ventotene di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli alla crisi che attraversa l’Unione europea oggi, che è crisi finanziaria, monetaria, industriale, sociale, politica, ideologica, morale, geopolitica, migratoria? Breve storia del tramonto di un sogno.
Politica fiscale: le sliding doors dell’Unione europea
Gustavo Piga
A più di trent’anni di distanza dalla firma del Trattato di Maastricht, avremmo potuto imboccare un’altra strada, con la firma di un nuovo Patto di stabilità. La strada di un patto non austero ed espansivo. Così non è stato: continuiamo a seguire la consueta, perigliosa, strada. Ma c’è di più: il contesto esterno si è ulteriormente aggravato e tutto pare tramare per una fine anticipata del progetto europeo.
Green Deal addio?
Sofia Belardinelli
Gli organi politici dell’Unione europea sono per la prima volta orientati verso destra e non dominati dalla cosiddetta “ala centrista”, come è stato fin dalla fondazione dell’Ue. Forte è il rischio che tra le “politiche più conservatrici” di questa nuova Commissione vi siano dunque provvedimenti miranti all’affossamento del Green Deal e delle altre misure di tutela ambientale e sostenibilità. Una scelta che non sarebbe solo miope, ma criminale.
Se l’Europa si tinge di rossobruno
Vito Saccomandi
Negli ultimi vent’anni l’Europa ha conosciuto una grave crisi economica e sociale che ha investito anche il sistema democratico liberale e i valori che esso rappresenta. Parallelamente, l’ultradestra ha saputo ridefinire il proprio lessico, appropriandosi di linguaggi e istanze tradizionalmente legati alla sinistra e utilizzandoli per accrescere il consenso e consolidare la propria immagine di forza “anti-sistema”. Ne è risultata un’egemonia del pensiero conservatore e reazionario, una radicalizzazione a destra di ampi settori della nostra società e uno “sbandamento” di alcuni ambienti sedicenti di sinistra che non disdegnano di richiamarsi al repertorio ideologico tipico dell’ultradestra.
L’Europa sovranista e il “peccato originale” del nazionalismo
Giorgia Serughetti
L’Europa sognata dalle destre radicali si fonda sulla convinzione che la cooperazione dovrebbe basarsi sul rispetto delle tradizioni, delle culture, delle storie delle “nazioni”, accogliendone le differenze e specificità, anche quando si tratta del rapporto (problematico) con il liberalismo e lo Stato di diritto. In questa visione il nazionalismo si fa elemento endogeno alla “casa comune”, destinato a indebolirla senza distruggerla, ma mutandone profondamente lo spirito.
LABIRINTO
L’Europa vista da est, il sogno incompiuto di una lunga transizione
Francesco Brusa
Nel contesto di alcuni dei paesi dell’Est, l’Europa rischia di rappresentare più che altro il segno di una permanente disforia politica: orizzonte vagheggiato e desiderato da pezzi di società civile attivi in un’ottica di cambiamento e cesura rispetto al passato comunista, scelta quasi obbligata per i differenti governi che comunque vedono nell’avvicinamento a Bruxelles la via più semplice per ottenere finanziamenti e sicurezza, ma al tempo stesso idea che nel cuore della stragrande maggioranza non riesce davvero a farsi ideale.
La lunga mano della Russia sui Balcani
Christian Elia
A trent’anni dalla fine delle guerre jugoslave, gli accordi politici creati per bilanciare le rivendicazioni delle comunità etniche e religiose stanno diventando sempre più precari. Mentre gran parte della regione cerca una più profonda integrazione con l'Unione europea e la Nato, Mosca sta cercando in tutti i modi di sfruttare le tensioni latenti per bloccare tali sforzi.
L’Europa sotto scacco delle lobby
Riccardo D’Emidio
Quali sono le lobby più grandi a Bruxelles? Come operano e cosa vogliono? Fino a che punto l’Unione europea si è attrezzata per proteggere le sue politiche da un’influenza indebita delle grandi multinazionali? Quanto l’Ue e le sue politiche rispondono ai bisogni dei cittadini e quanto agli interessi privati delle grandi aziende?
La sinistra europea riparta da Ventotene
Daphne Weber
Scriveva Colorni nella prefazione al Manifesto di Ventotene che la comunità internazionale è “la condizione necessaria per risolvere tutte le altre questioni istituzionali, economiche e sociali della nostra società”. Rivitalizzare questo assunto, a fronte della crescente influenza di politiche nazionaliste e isolazioniste, rappresenta forse la sfida più grande per le forze progressiste: l’Ue si deve poter “toccare”, solo così potrà esser creata una base per un legame emotivo duraturo con l’Europa.
IL SASSO NELLO STAGNO
Cronache da una provincia dell’impero americano
Marco d'Eramo
Di fronte alla profondissima crisi che vive l’Unione europea, che si potrebbe chiamare di riconfigurazione della marca Europa nell’ambito dell’impero americano, vale la pena ricapitolare alcuni dei tratti salienti del progetto europeo. Per ricordare che soggetti dell’Unione europea sono solo gli Stati, anzi più precisamente i governi nazionali: nulla del resto è stato fatto per coinvolgere i cittadini dei vari paesi e creare una nuova “mentalità europea”.
DIALOGO 2
Radiografia della Russia di Putin
Irina Ščerbakova in conversazione con Stefano Vastano
Dall’annessione della Crimea all’invasione su larga scala dell’Ucraina, dalla morte di Naval’nyj ai rapporti con Cina e Stati Uniti, fino al ruolo della letteratura sotto i regimi dittatoriali: la storica russa Irina Ščerbakova ci consegna un impietoso ritratto della Russia di Vladimir Putin, ricordandoci che se non fermiamo ora i suoi piani imperialistici, i fantasmi del passato torneranno a perseguitarci.
L’Europa schiacciata tra tecnocrazia e austerità
Lucio Baccaro
E se la vittoria di Trump fosse un’occasione per l’Europa?
Colin Crouch
Un’Europa federale per un futuro di pace, libertà e giustizia
Elena Granaglia
Se il vaccino anti-nazionalista non è più attivo
Agnieszka Holland
Il sogno europeo e il senso del 1989
Ilko-Sascha Kowalczuk
Europa? Sì, Europa!
Claus Leggewie
Chi sta dentro e chi sta fuori la Fortezza Europa
Francesca Melandri
L’Europa unita, un sogno riservato alle élite?
Gloria Origgi
Europa, un’utopia rovesciata?
Stefano Petrucciani
Paura e identità: le radici della crisi europea
Olivier Roy
Contro euroscetticismo e nazionalismo, più giustizia sociale
Joan Subirats
L’Europa e le sue sfide: tra crisi e opportunità
Michel Wieviorka
Per una solidarietà autenticamente transnazionale
Lea Ypi
FUORISACCO
Rinascita o declino? La sinistra al bivio
Axel Honneth
Se la sinistra tornerà sulla scena politica da protagonista dipende in larga parte dal fatto che le riesca o meno di sviluppare un vocabolario che consenta di comprendere gli interessi apparentemente inconciliabili dei gruppi che deve rappresentare come espressione dei medesimi valori di giustizia, uguaglianza e libertà.
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A partire da questo numero MicroMega apre, in occasione dell’uscita di ogni volume cartaceo, uno spazio di confronto con la direttrice riservato ai nostri abbonati, per discutere insieme contenuti e temi del volume (e magari dare qualche anticipazione sui numeri successivi su cui la redazione è già al lavoro!).
L'appuntamento è per il 12 febbraio alle ore 18;30. L'incontro avverrà in videoconferenza, tramite il programma Google Meet. I posti sono limitati, affrettati a prenotare il tuo compilando il modulo che trovi cliccando qui. Se la tua prenotazione sarà andata a buon fine riceverai nei prossimi giorni una mail di conferma con tutte le istruzioni per partecipare.
Fine? FINE!