Dalla violenza domestica ai delitti d’onore, le mille facce della violenza contro le donne
I contenuti del nuovo numero di MicroMega.
La scorsa settimana ti abbiamo anticipato in esclusiva l’editoriale di apertura del il nuovo numero di MicroMega, un volume interamente dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne che trovi nelle librerie, fisiche e online, e nella nostra edicola virtuale: shop.micromega.net.
Oggi ti presentiamo i contenuti della prima parte: l’Iceberg “violenza/violenze”. Un “iceberg” perché in queste sezioni della rivista cerchiamo da sempre di indagare, attraverso una pluralità d’interventi, i tanti fenomeni della realtà di cui spesso in superficie non emerge che una minima parte. Ed è questo sicuramente il caso del tema di cui ci occupiamo in questo numero. Sulla violenza contro le donne, infatti, si dice e scrive tantissimo, sempre di più. Ma la maggioranza di ciò che si dice rimane confinato ad alcuni luoghi comuni quando non a vere e proprie frasi di circostanza.
A invitarci ad abbandonare stereotipi e pregiudizi è invece Nadia Somma, giornalista e attivista della rete di centri antiviolenza Di.Re. Di fronte a situazioni di violenza domestica contro le donne una delle domande che scatta spontanea nella mente è infatti “perché non lo lascia?”. Per rispondere Somma ci invita a metterci nei panni di chi quella violenza subisce. Perché la violenza domestica è fatta di mille piccoli e grandi gesti che giorno dopo giorno costruiscono una gabbia attorno alla donna dando vita a una spirale del controllo in cui la violenza gradualmente, come in un termometro, sale di temperatura.
Tra le varie forme di violenza domestica c’è anche quella economica, sulla quale si sofferma approfonditamente Ingrid Colanicchia, redattrice di MicroMega. Nel suo saggio Colanicchia sottolinea che la violenza economica in senso stretto – quella che esercita per esempio il compagno che controlla il conto economico della compagna o altre situazioni analoghe – si inserisce in una cornice di violenza economica più ampia e “strutturale”: per diverse ragioni storiche, sociali, culturali, politiche le donne infatti si trovano molto più spesso degli uomini in una posizione di dipendenza e mancanza di autonomia, creando così i presupposti per l’esercizio del controllo di cui sopra. Combattere la violenza contro le donne significa dunque anche impegnarsi in politiche economiche a sostegno dell’autonomia delle donne.
Misoginia e cultura patriarcale, lo sappiamo, attraversano epoche e culture: Cinzia Sciuto, condirettrice di MicroMega, rileva come ancora oggi siano molto diffuse nel mondo, e anche nel nostro Paese, violenze legate a tradizioni culturali e convinzioni religiose perpetrate in nome dell’onore della famiglia, dai delitti d’onore alle mutilazioni genitali femminili, passando per i matrimoni forzati.
La giornalista Rita Rapisardi ci porta poi nel mondo virtuale: doxing, revenge porn, cyberstalking, zoombombing, sex trolling sono solo alcune delle forme che le molestie sessuali assumono online, le cui conseguenze non si fermano però sulla soglia dello schermo.
A chiudere l’iceberg un articolato saggio dell’avvocata Maria Concetta Tringali che traccia una mappa delle misure di contrasto ai femminicidi sottolineando che, se sul piano legislativo molto è stato fatto, tanto resta ancora da fare sul piano della formazione degli operatori della giustizia.