Cecilia Sala e la sedicente sinistra che ha smarrito l’empatia
Il caso Sala e le altre notizie di MicroMega.
Crediti foto: Ansa/Chora Media
CECILIA SALA LIBERA SUBITO
La giornalista Cecilia Sala è prigioniera nel carcere di Evin, Teheran, da ormai 15 giorni. Ma forse più che prigioniera dovremmo dire, come sottolinea la direttrice di MicroMega Cinzia Sciuto, in ostaggio. In ostaggio di un regime totalitario e misogino che viola sistematicamente i diritti umani in generale e quelli delle donne in particolare e che utilizza le persone come pedine di ricatto politico. Ciononostante, alcuni sedicenti militanti di sinistra, per i quali essere di sinistra significa soltanto, semplificando, essere contro gli Stati Uniti, non hanno perso occasione per accusare Sala di essere una “una propagandista guerrafondaia filoatlantista”. Alla giornalista tutta la solidarietà della redazione di MicroMega.
GIUSTIZIA E LIBERTÀ
Ai migranti sono dedicati due approfondimenti di questa settimana. Camilla de Fazio ci racconta del progetto Missing Migrants, nato per tenere traccia dei migranti morti e dispersi in tutto il mondo e che negli ultimi dieci anni ha calcolato più di 70 mila persone morte o disperse, di cui più di 31 mila nel Mediterraneo.
Matilde Moro ha intervistato invece Nicola Cocco, medico umanitario, attivista nella rete Mai più Lager – no CPR, già consulente del precedente garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà personale, il quale ha condiviso la propria esperienza all’interno dei CPR denunciando violazioni sistematiche dei diritti, tra cui il mancato accesso al diritto alla salute.
L’ITALIA AL TEMPO DI MELONI
Questa è stata anche la settimana del consueto discorso di fine anno del presidente della Repubblica, che in più di un passaggio è apparso come un controcanto alla propaganda meloniana, lasciando intravedere la profonda preoccupazione di Mattarella per la deriva del nostro paese. Come analizza la direttrice Cinzia Sciuto, anche il richiamo al patriottismo, che pare a Meloni sia piaciuto assai, niente ha a che vedere con il nazionalismo sciovinista e sovranista suo e di Salvini. Anzi.
ANNIVERSARI
Infine un anniversario: il 4 gennaio di dieci anni fa ci lasciava Pino Daniele, un’artista la cui musica ha raccontato una Napoli per nulla convenzionale e che si è prodigato in un’incessante ricerca musicale, come ci ricorda Giovanni Carbone.
Smarrita l’Empatia? Noo, semplicemente si è sviluppata per fatti suoi
LONTANA dalla realtà quotidiana.
Libera!