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In libreria dal 20 luglio
IL SOMMARIO DEL NUMERO - PARTE 1
IL SASSO NELLO STAGNO 1
Mario Sesti – Perfetti sconosciuti o amici geniali? Cinema, letteratura e altre storie
Per molto tempo il mondo della letteratura ha guardato a quello del cinema con un forte senso di superiorità, considerandolo un’arte di serie B. E i letterati erano molto riluttanti a confrontarsi con il linguaggio cinematografico, considerandolo una diminutio del loro lavoro. Oggi le cose sembrano molto cambiate, se non addirittura in taluni casi persino ribaltate. Cinema e letteratura si incontrano molto più spesso e anche volentieri, con scambi continui, reciproci e non di rado fecondi. Al centro di questo che rimane un rapporto travagliato ci sono comunque due cose molto più antiche di entrambi: la scrittura e il teatro.
DUETTI 1
Roberto Andò/ Pupi Avati in conversazione con Mario Sesti – Portare Dante e Pirandello sul grande schermo
Omaggiare e ripensare la vita di autori immensi della nostra letteratura, come Dante Alighieri e Luigi Pirandello, è un atto di umiltà verso la loro grandezza umana e di autori; ma è anche un atto di grande superbia, perché si tratta di provare ad afferrare l’ineffabile. E il regista, che non vive la solitudine dello scrittore bensì nella sua solitudine si fa carico di un’intera macchina produttiva con cui condividerla, non sa in anticipo se sarà in grado di vincere la scommessa oppure no.
Edoardo Albinati/ Mauro Covacich in conversazione con Mario Sesti – L’incontro-scontro fra cinema e letteratura
Il linguaggio cinematografico compete con quello letterario o invece lo completa? Cinema e letteratura sono solo due linguaggi diversi per fare una stessa cosa o invece due mondi completamente separati? Il cinema può entrare nell’immaginario di uno scrittore come elemento artistico fra i tanti, altre volte però diventa una sorta di grammatica che chi scrive usa per immaginare il mondo che sta raccontando. Tanto che se questo mondo poi si materializza, come talvolta accade quando un libro diventa un film, l’effetto per lo scrittore può essere davvero straniante.
SAGGIO 1
Alberto Anile, Maria Gabriella Giannice – E alla fine restò solo lo zappatore. Il Gattopardo da Tomasi di Lampedusa a Visconti
Il romanzo di Tomasi di Lampedusa, inizialmente rifiutato dall’intelligencija comunista, attirò l’interesse del Partito solo dopo che dalla Francia giunsero accorati inviti in tal senso. Fu così che la trasposizione cinematografica finì nelle mani del “regista rosso” Luchino Visconti, il quale l’avrebbe consacrata – così fece credere a tutti – come un’opera di sinistra. E invece, ebbero il sopravvento intime nostalgie nobiliar
ASSOLI 1
Domenico Starnone in conversazione con Mario Sesti – Il cinema vuole una letteratura ancella
Il cinema si nutre di letteratura ma poi la mangia: reclama la prepotenza del suo linguaggio, cancella la cifra del romanzo e la rovescia. È una scrittura di servizio, quella per il cinema: è un pretesto che serve al regista per immaginare, spesso vedendo nei libri anche ciò che le parole non avevano reso esplicito.
Laura Morante in conversazione con Caterina Taricano – Scrivere è dare spazio a un altro punto di vista
Provenire da una famiglia di letterati può significare provare un certo timore reverenziale nei confronti della scrittura e un rispetto per le parole che può rendere, anche nel mestiere di attore, più timidi verso una battuta da pronunciare che non verso l’uso del corpo. Scrivere, allora, diventa un modo per misurarsi con questo timore e trasformarlo in un’esplorazione di sé.
Giancarlo De Cataldo in conversazione con Silvia Lamia – Gabbia, tradimento, ritmo: le avventure della scrittura
Il genere letterario (o televisivo o cinematografico) rappresenta la gabbia di regole e stilemi all’interno della quale poter incanalare la scrittura e liberarne il potenziale dopo averla, in un certo senso, ordinata. Passando dal foglio scritto al cinema e poi alla serialità televisiva, la gabbia dilata o restringe il ritmo, la voce e la parola dell’autore, ingenerando divertenti forme di tradimento.
Chiara Francini in conversazione con Mario Sesti – Nel teatro della scrittura solo le parole possiedono verità
Scrivere per immagini, per mostrare una verità di sé attraverso le parole: questo può fare un’attrice prestata alla letteratura ma che comincia sempre dalla prima arte, il teatro. Raccontare storie costruendo una voce, che poi diventerà familiare per i lettori e gli spettatori, facendo entrare l’autrice nel caleidoscopio della loro vita.
Gianni Amelio in conversazione con Silvia Panichi – Il cinema è un libro aperto
La sapienza di un grande artista e maestro del cinema si evince da come tratta la letteratura, da cui è sorta parte importante del suo lavoro di una vita, senza pretesa di commistioni o facili paragoni fra linguaggio cinematografico e romanzo, rispettando le opere e le persone coinvolte in esse. E con un sogno: che dai suoi romanzi, altri registi possano trarre materia per i loro film.