
Nella notte fra il 25 e il 26 aprile del 1945, con l’ordine di insurrezione generale alle formazioni partigiane ha inizio quella che passerà alla storia come la Liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Questa data fu scelta nel 1946 dal governo provvisorio presieduto da Alcide De Gasperi e da allora rappresenta il simbolo della lotta antifascista vittoriosa che pose le basi per la nascita della Repubblica democratica che oggi conosciamo. In questi ottant’anni però le forze democratiche e antifasciste hanno sempre dovuto continuare a combattere per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza: rigurgiti fascisti e attacchi alla Costituzione sono stati sempre all’ordine del giorno nella storia d’Italia. Fino a oggi, come mostrano i contributi contenuti in questa newsletter monografica.
Con l’invito a non abbassare la guardia e a continuare a resistere
un augurio a tutti voi per questo 25 aprile
Cinzia Sciuto e la redazione tutta
ORA E SEMPRE, RESISTENZA!
La morte di Papa Francesco nei giorni a ridosso del 25 aprile ha dato al governo l’opportunità per cercare di mettere in secondo piano le celebrazioni per la festa della Liberazione. Ma, a prescindere dalla concomitanza, questo governo ha sempre tentato di eclissare questa data, criminalizzando la Resistenza. Questa è l’analisi di Eric Gobetti: La guerra contro la guerra di Liberazione.
Ma il portato storico e morale della Resistenza va tenuto vivo e alimentato ogni giorno, non solo per custodirne la memoria. La Resistenza infatti è stata combattuta con lo sguardo rivolto al futuro e così per tanti anni è stata celebrata la Liberazione. Ed è quello sguardo che dobbiamo ritrovare. Questo ci invita a fare Gabriele Pedullà: La Resistenza non è un ricordo: è un orizzonte.
Per proiettarsi nel futuro bisogna però prima guardare in faccia il presente. È necessario essere consapevoli del fatto che i valori della Resistenza antifascista alla base della nostra Costituzione sono stati sotto attacco fin dall’inizio ma oggi non sono più difesi da una sinistra in decomposizione. Questa la lucida e implacabile disamina del fondatore ed ex direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais: La Resistenza sotto attacco e la sinistra che non c’è.
Guardando oltre i confini del nostro paese, possiamo contare sul fatto che l’eredità politica e morale della Resistenza può guidarci ancora oggi per risolvere le controversie internazionali. La fine della Seconda guerra mondiali sancì una pace giusta e l’affermazione del diritto internazionale, lo strumento che abbiamo per contrastare la “disumanizzazione” delle nuove guerre come quelle in Ucraina e in Palestina, che dobbiamo assolutamente rilanciare. Questo il monito a non arretrare di Maurizio Delli Santi: 80 anni dopo la Liberazione, è possibile oggi una nuova pace giusta?
TRA PASSATO E PRESENTE
Non bisogna abbassare la guardia e stare sempre vigili. Celebrare la Liberazione non significa soltanto ringraziare quanti si sono sacrificati per un futuro di giustizia e libertà facendocene dono. Il fascismo è vivo è vegeto: non indossa più la camicia nera e il fez ma è sempre pronto a ripresentarsi sotto altre forme. E la sua nuova vitalità trae linfa anche da un passato col quale non abbiamo mai davvero fatto i conti, portandoci dietro il suo fardello: come è potuto accadere tutto questo? E come ci influenza ancora oggi? Queste le domande che ci pone Anna Foa: La Liberazione, ottant’anni dopo: davvero siamo ancora fascisti?
A storica risponde indirettamente storico: se la storiografia attuale tende a decretare conclusa l’esperienza fascista nel 1945, dobbiamo convenire che finito può essere il fascismo, non certo i fascisti. Questa è la conclusione a cui giunge Francesco Filippi: Fascismo: un funerale prematuro?
E in una conversazione con Fabio Bartoli pubblicata su MicroMega 2/2025 “Povera patria. L’Italia al tempo di Meloni”., lo storico Carlo Greppi dimostra come Fratelli d’Italia e la galassia dell’estrema destra riscrivano la storia del nostro paese depurandola da tutti gli elementi politici “scomodi”, riducendo tutti gli eventi a questioni di carattere identitario: Carlo Greppi: La storia piegata al paradigma identitario.
NON UNA MA TANTE RESISTENZE
Nella Resistenza ci sono state molte anime, alcune troppo spesso misconosciute. Tra i tanti contributi offerti alla causa della Liberazione, quello di rom e sinti è passato sotto silenzio, anche a causa delle politiche dello Stato italiano. È tempo di raccontare una storia fatta di eroismo e generosità e per noi lo fa Chiara Nencioni: Ombre nella Storia, luci nella Resistenza: i partigiani rom e sinti.
Contenuto nel numero ma estremamente significativo se si tiene conto delle circostanze è stato l’apporto dei cosiddetti partigiani della Wehrmacht: sono stati infatti circa duemila i disertori tedeschi che in Italia hanno partecipato attivamente alla Resistenza antinazista. La loro storia ce la racconta Mirco Carrattieri: “Per la libertà, patria ideale”. I disertori tedeschi nella Resistenza italiana.
PAGINE DI STORIA, PAGINE DI MEMORIA
In occasione di questa ricorrenza, abbiamo pubblicato anche due estratti molto significativi da altrettanti libri. Il primo è tratto dal libro La mia Resistenza. I 14 mesi, che raccoglie gli scritti di Enzo Biagi durante la sua militanza come partigiano nella brigata Giustizia e Libertà. Nello specifico, una testimonianza dell’atmosfera che si respirava in Italia nel periodo immediatamente successivo alla Liberazione. Enzo Biagi: Il dopoguerra tra ricostruzione e resa dei conti.
L’altro estratto è dal libro Piedi freddi, in cui Francesca Melandri, in un dialogo ideale e costante con suo padre, riflette sul significato della guerra, della pace e della democrazia, collegando eventi lontani del tempo ma svoltisi negli stessi luoghi: la ritirata di Russia del 1941-42, a cui partecipò il genitore, e la guerra in Ucraina iniziata nel 2022. La scrittrice riflette su parole come patria, nazione, onore, sacrificio, eroismo e gloria, per noi oggi vuote e stantie, che per gli ucraini che resistono assumono un significato del tutto diverso. Francesca Melandri: Resistenza e patria: l’Italia di ieri, l’Ucraina di oggi.
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IN LIBRERIA
Ottant’anni dopo la Liberazione dal fascismo, l’Italia è governata da un partito che di quella storia è erede. Cosa significa? Che effetti concreti ha sulle politiche del governo? E cosa ci dice del rapporto tra Fratelli d’Italia e la memoria di questo paese? Dall’autonomia differenziata al decreto sicurezza, dall’attacco ai magistrati alla torsione autoritaria su diritti e libertà, il governo Meloni si muove tra nazionalismo identitario e liberismo, repressione del dissenso e retorica populista. Il volume “Povera Patria. L’Italia al tempo di Meloni” esplora le contraddizioni e i rischi di questa stagione politica, tracciando un bilancio – molto preoccupante – dell’Italia per come è e per come potrebbe diventare.
Nel video la presentazione che ne fa la direttrice Cinzia Sciuto.